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Il villaggio fantasma di Rodoz (Rhodoz) sorge a 1064 mt. s.l.m. ed è costituito da un piccolo nucleo di abitazioni ormai abbandonate con la particolarità di avere il piano terreno coperto da una volte a botte. Il forno e la cappella del villaggio risultano gli unici edifici ristrutturati in tempi moderni. Di fronte alla chiesetta, lungo il sentiero che porta a Bellecombe (villaggio di Chatillon) si trova una bella fontana su cui si trova il segnavia.
Festa Patronale: Visitazione di Maria Vergine (31 maggio)
Cappella della Visitazione di Maria Vergine. Costruita nel XVI secolo ma rimaneggiata successivamente. Prima del 1782 apparteneva alla parrocchia di Saint-Germain in seguito con il decreto di Monsignore De Sales fu affidata al parroco di Montjovet.
Curiosità: Una antica leggenda narra che, in tempi lontanissimi, una pastorella cadde nel vallone di Rodoz, vicino all'omonimo villaggio, per cercare una delle sue caprette che si era smarrita e, nelle notti di luna piena e vento, pare si possa ancora sentire il suo grido…
Leggenda della pastorella dai piedi neri: A San Michele gli armenti scendono al piano, ma piccole greggi di pecore e capre, affidate a qualche pastorello, rimangono ancora a brucare l’ultima erba degli alpeggi sino alla fine di ottobre. Un ragazzetto di Rhodoz sorvegliava un giorno le sue bestie sparpagliate al pascolo sul pendio, quando gli giunsero, portate a intervalli dal vento, le note di un canto lontano. Guidato dalla voce sconosciuta, aggirò uno sperone di roccia, dietro il quale scorse una diafana e sorridente fanciulla, che indossava una tunica bianca. Era lo spettro di una pastorella, che era caduta cent’anni prima in un burrone, scivolando su un ciuffo di erba olina. Il suo corpo non era mai stato trovato e la sua anima si aggirava in quei pressi, aspettando che la misericordia divina aprisse la porta dei Cieli. Aveva i piedi neri, non avendo ancora raggiunto uno stato di
grazia. Ma il suo era un canto di gioia, come spiegò al ragazzo, quando si volse a lui, quasi uscendo da un sogno. Quello era per lei un giorno felice, perché Dio le aveva concesso di intravedere la fine della sua pena e di calcolarla in termini umani. Un uccello, proprio quel mattino, si era lasciato sfuggire dal becco un pinolo, raccolto sull’unico abete rimasto dalle folta foresta che un tempo ricopriva il pendio. Ne sarebbe nata una pianta e, di lì a cinquecento anni, con il suo legno sarebbe stata costruita una culla: il giorno della nascita del bambino a cui era destinata, lo spirito, tornato in stato di grazia, avrebbe potuto finalmente raggiungere il Cielo.
Leggenda di Caterina (la strega) :Caterina de Chynal, di origini svizzere, abitava a Saint Vincent. Additata come donna di facili costumi a seguito della sua relazione con un notabile del luogo, venne prima accusata di incontri con il diavolo e poi, nel 1449, di stregoneria dopo la morte di Pierre Hospitis, parroco di Montjovet, un paese vicino, che aveva accudito. Il processo durò oltre otto mesi in cui Caterina venne anche torturata senza però mai confessare. Il figlio, Pantaleone Mistralis, e un canonico della cattedrale di Aosta assunsero la sua difesa. Il processo si concluse il 23 dicembre 1449 con la sua condanna all’abiura pubblica, al pagamento delle spese sostenute per il mantenimento in carcere e quelle per il processo e ad effettuare un pellegrinaggio a Roma entro l'anno. Quello che sappiamo di Caterina finisce qui. Scomparve dalle Valle d'Aosta e alcuni anni dopo il suo accusatore, Pierre Proveschy, venne bruciato sul rogo.