Informazioni su...
Il Comune di Valgrisenche sorge a 1664 mt. s.l.m. e dista 28,7 chilometri da Aosta. Del comune di Valgrisenche fanno parte:
Le frazioni: Bonne, Cerè, Chez Carral, Darbelley, Gerbelle, La Frassy, La Béthaz, Menthieu, Mondanges, Planté, Prariond, Revers, Usellières, Surrier
I villaggi: Grand Alpe, Rocher
Etimologia: Il nome è un composto di valle e di un secondo termine di provenienza incerta. Potrebbe derivare dal nome germanico di persona Griso con l'aggiunta del suffisso -anica o -anca. Secondo altri il nome deriva dal nome del fiume che scorre in loco.
Dalla frazione Leverogne del Comune di Arvier parte la Strada Regionale nr.25 che percorre la Valgrisenche. Risalendo i primi tornanti della strada si incontrano a valle e a monte strapiombanti pareti rocciose e si avverte lo scorrere impetuoso delle acque della Dora di Valgrisenche. Verso il Villaggio di Planaval si nota, sulla sinistra, il castello di Montmayeur, vero nido d’aquila, in territorio del Comune di Arvier. Oltre Planaval la vallata diviene più ampia, cosparsa di praterie e boschi di conifere. Dopo una lieve impennata al villaggio La Béthaz, si intravede sul fondo l’abitato di Valgrianche (un tempo sovrastato dall’imponente parete in cemento della Diga di Beareguard, poi ribassata). Sui costoni della montagna si notano le grosse “ferite” lasciate dalle valanghe che d’inverno cadono numerose. Il paese, sovrastato da pareti a picco, conserva le caratteristiche di un tempo. Sopra il lago di Beareguard si trovano due strette strade che partono (dall’altezza dell’abitato di Bonne) e raggiungono il fondovalle; oggigiorno però è possibile percorrere in auto solamente la strada posta sulla destra (sinistra idrografica) del bacino e solo dalla tarda primavera al tardo autunno. Sul fondo della vallata, in corrispondenza dei villaggi di Surrier e Usellières, si estendono i pascoli e la vera montagna, frequentata da escursionisti ed alpinisti e a primavera da scialpinisti che seguono interessanti itinerari. A Valgrisenche è possibile praticare sci alpino ( info comprensorio). Produzione tipica della Valgrisenche sono i “Drap”: tessuti in pura lana dai colori vivaci realizzati su antichi telai.
Il Comune di Valgrisenche: Appartenente alla Signoria di Avise e, all’estinzione di questa famiglia, passò ai De Blonay e in parte ai De Lostan, Pascal e Passerin.
Monumenti: Il Campanile che è monumento nazionale e la statua della Madonna posta a protezione delle valanghe.
Monumenti: Il Campanile che è monumento nazionale e la statua della Madonna posta a protezione delle valanghe.
La chiesa parrocchiale di San Grato e il campanile: Intorno al 1150 è attestata l’esistenza di una cappella a Fornet, dove veniva celebrata la messa nei mesi estivi, e una seconda cappella risulta esistere in centro alla valle già nel 1329. Tuttavia, fino alla fine del XIV secolo il territorio di Valgrisenche rimase sottoposto alle parrocchie di Arvier e di Avise; solo nel 1392, dopo molte suppliche, il papa Clemente VII accordò l’erezione della parrocchia in considerazione del fatto che la partecipazione alle funzioni liturgiche era resa assai difficile dalla lontananza e da costante pericolo di frane e valanghe. Negli stessi anni fu costruita la chiesa parrocchiale, di cui oggi resta solo il campanile con la sua vigorosa e severa pietra a vista e la singolare guglia piramidale che evoca la forma di una tiara. Il primitivo edificio sacro sorgeva addossato alla torre campanaria ed era orientato con l’ingresso a sud e il coro a nord. Ampliato nel 1666 e poi ancora nel 1821, fu demolito per fare posto ad una nuova chiesa, quella attuale, costruita tra il 1871 e il 1875. Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’architetto valsesiano Giuseppe Lancia. All’interno, la vivace decorazione della volta dell’aula e di quella del coro fu eseguita dal pittore Giovanni Stornone di Ivrea chiamato a dipingere nel 1874 le immagini della SS. Trinità con i quattro Dottori della Chiesa e dell’Assunzione della Vergine con i quattro Evangelisti. Gli altari e le pareti sono ornate dai dipinti eseguiti dai pittori Giovanni Stornone di Ivrea, Paolo Gaidano di Torino e soprattutto dal valsesiano Ernesto Lancia, cui di deve la pala dell’altare maggiore raffigurante l’Ultima Cena e il Cristo del Sacro Cuore. Committente di queste opere fu il parroco di Valgrisenche, don Edouard-Clément Bérard (1894-1949), che per più di cinquant’anni si dedicò con passione all’abbellimento della sua chiesa. Nel 1953, il pittore torinese Carlo Morgari ha decorato la cappella del battistero. Appartenenti all’arredo dell’antica chiesa, sono degli di nota il crocifisso d’arco trionfale e la pregevolissima Madonna in trono col Bambino nel fine del XIV secolo esposta nel museo d’arte sacra, allestito nella sagrestia nord della chiesa. Il campanile e alcune pitture della chiesa sono state restaurate nel 2016-2017.
La Vergine Del Capoluogo, Brillante Come L'oro: Copia della Madonnina del Duomo di Milano, la Vergine d'oro del Capoluogo è stata posta su un’alta colonna, a sua volta posizionata sulla Roccia di San Grato, in occasione dell'Anno mariano nel 1955. Dominante la piazza della chiesa, testimonia il fervore e la diffusione della devozione mariana nella valle.