LA THUILE ESTATE
LA THUILE INVERNO
La Thuile Estate La Thuile Inverno
TheFlintstones.it - Valle d'Aosta

GHIACCIAIO DEL RUTOR


IL GHIACCIAIO DEL RUTOR

Il ghiacciaio del Rutor si estende nella vallata di La Thuile ed è uno dei più vasti ghiacciai della Valle d'Aosta. Il bacino glaciale e i tanti laghi naturali ai piedi del ghiacciaio stesso alimentano il Torrente Rutor che, nelle vicinanze del capoluogo di La Thuile, confluisce nella Dora di La Thuile, affluente del fiume Dora Baltea. Il ghiacciaio del Rutor prende il nome dalla Testa del Rutor (3486 mt.), la montagna più alta che lo contorna.



La leggenda...

Secondo la leggenda, un tempo, al posto del ghiacciaio vi era un vasto, rigoglioso pascolo che nutriva una numerosa mandria di mucche. Il proprietario era molto ricco e il suo cuore si era chiuso nell’orgoglio della ricchezza. Un giorno il Buon Dio volle metterlo alla prova. Un mendicante giunse all’alpeggio all’ora della mungitura e chi chiese la carità di una scodella di latte. Gli fu negata: egli insistette perche aveva fame. Ma il ricco padrone, piuttosto che accogliere le preghiere del poveretto, rovesciò a terra i secchi della mungitura. I bianchi rivoli di latte scivolarono lungo il pendio, poi, mentre l’ombra si addensava, si rappresero in una morsa di gelo. Il pascolo si trasformò in un grande ghiacciaio; ogni cosa fu sommersa e si spense ogni forma di vita.

LE CASCATE RUTORINE

Le cascate


La prima cascata rutorina è la prima che si incontra intraprendendo la salita verso il ghiacciaio del Rutor e si trova poco a monte di La Joux, dove il torrente precipita per oltre 100 metri, intorno a quota 1700 metri. Il salto di roccia che si estende tra le quote 1900 mt. e 2150 mt. ospita la seconda (più a valle) e Terza cascata rutorina.




Le cascate sono generate dal precipitare di un corso d’acqua lungo una brusca rottura di pendenza dell’alveo. Nel caso del torrente Rutor si hanno molte rotture di pendenza, originate dal modellamento operato dai ghiacciai nella storia geologica, ma soprattutto fra le quote 1650 metri e 1770 metri e tra 1900 metri e 2150 metri, dove si formano le belle cascata battezzata dall’abbè Chanoux, come “Rutorine”.

La storia delle cascate del Rutor comincia con quella del ghiacciaio, sette o ottomila anni fa (data riferimento l’anno 2014 in occasione del centocinquantenario delle cascate) quando la parte del grande ghiacciaio Balteo che colmava la valle di La Thuile lentamente si ritirò, abbandonando il versante. Da allora, l’acqua di fusione del ghiacciaio iniziò forzatamente a percorrere l’attuale corso del torrente Rutor, profondamente inciso nelle rocce. Non possiamo conosce quale fosse il regime e il volume delle cascate in epoca preistorica. Il volume e l’imponenza delle cascate del Rutor deve comunque essere cambiato nel corso dei giorni, delle stagioni e dei secoli in relazione alla fusione del ghiaccio.

I documenti storici che attestano la presenza delle cascate sono molto pochi e le informazioni vanno estrapolate da descrizioni dei luoghi redatte per altri scopi. Per esempio, nel 1596 l’ingeniere Soldati, inviato dal Duca di Savoia al Lago di Santa Margherita, parla del Lac des Glaciers, che all’epoca evidentemente occupava buona parte del Plan de la Lière (2145 mt.) e che aveva due emissari, uno dei quali lungo l’attuale corso del torrente Rutor: tutte e tre le cascate del Rutor dovevano dunque essere presenti.



Il Lago di Santa Margherita

Il Lago di Santa Margherita, oggi uno dei tanti laghi fra le balze rocciose della zona, presentava durante la Piccola Età Glaciali dimensioni molto maggiori e caratteristiche assai diverse. Il Lago di Santa Margherita era un “lago di sbarramento glaciale”, era cioè formato dalla lingua del ghiacciaio, all’epoca in forte espansione, che formava una vera diga di ghiaccio sul torrente Usellettes. La diga di ghiaccio periodicamente cedeva, riversando verso valle un’improvvisa ondata di piena. Queste improvvise ondate di piena, dette “rotte glaciali”, si sono prodotte a partire dal Lago di Santa Margherita per ben 44 volte tra il 1594 e il 1864, provocando enormi disastri lungo il corso del torrente Rutor e talvolta fino ad Aosta.


Nel 1740, De Tillier scrive a proposito delle rotte glaciali del lago di Santa Margherita: “il lago si svuota con una forza cosi grande che tutto quello che incontra sul suo passaggio è trasportato fino ai ponti in muratura… fa dei disastri incredibili in tutto il Ducato”.

Nel 1929, l’abbè Henry precisa: “A La Thuile, nel 1596 distrusse 32 abitazioni; la parrocchia di Morgex ha avuto diverse volte case e giardini portati via”.



Le inondazioni del 1594 e del 1595 furono cosi dannose che il Conseil des Commis, l’organo di governo locale, si preoccupò di cercare un modo per prevenire questi eventi. Il progetto più razionale fu presentato da Simon Tubingher, imprenditore tedesco, nel 1596, e prevedeva di aprire un tunnel nella sponda rocciosa settentrionale per evitare che il lago si riempisse. Purtroppo, il costo dell’opera era elevato (10000 ducatoni d’oro) e né il Conseil des Commis né lo Stato Sabaudo giunsero mai ad impegnare una tale somma.



La cappella di Santa Margherita

Nell’impossibilità di adottare soluzioni tecniche (in quanto troppo costose come accennato in precedenza), nel 1603 il Vescovo di Aosta Bartolomeo Ferrero concesse alla comunità di La Thuile di compiere una processione sino al ghiacciaio, con l’ostensione di San Grato, invocato anche contro le inondazioni. Nel luogo dove erano giunte in processione le reliquie del santo, in seguito alla visione di un abitante della zona, nel 1606 venne edificata (su un promontorio a picco sul lago Santa Margherita) la cappella dedicata ai santi Grato e Margherita. Malgrado ciò, le inondazioni continuarono per oltre un secolo. Soltanto con i mutamenti del clima e, di conseguenza, il progressivo ritirarsi del ghiacciaio a monte del lago, il problema si risolse e le acque si riversarono ancora su La Thuile, per l’ultima volta e senza produrre danno, nel Settembre del 1864. La cappella venne ricostruita nel 1924; non lontano sorge il rifugio alpino che, distrutto nel corso degli eventi bellici del 1941, venne ricostruito e dedicato ad Alberto Deffeyes (1913-1953).





L’abbè Pierre Chanoux e la cascate rutorine

Pierre Chanoux nacque a Champorcher il 3 Aprile 1828. Fu ordinato prete nel 1855 e nell’Agosto del 1860 fu nominato rettore dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo dove rimase fino alla sua morte, nel 1909. Il suo cinquantennale soggiorno al Piccolo San Bernardo lo vide accogliere migliaia di viaggiatori, pellegrini e migranti salvandoli dalle tormente e dai pericoli dell’inverno. Numerosi furono anche gli uomini di scienza richiamati da quel mondo d’alta quota allora quasi inesplorato. Chanoux, da uomo di grande cultura qual era, si fece loro compagno di esplorazione e loro discepolo riguardo alla storia, all’archeologia e alle scienze naturali dell’alta valle di La Thuile. Costruì all’Ospizio una ricca biblioteca e vi installò un osservatorio meteorologico, attivo per molti anni.

Alpinista e grande conoscitore delle montagne valdostane, fu uno dei primi iscritti al nascere del Club Alpino Italiano. Nel gruppo del Ruror, del Mont Valaisan e sulla cresta di confine lungo il vallone del Breuil, Chanoux compì numerose ascensioni, spesso in compagnia degli abati Henry e Gorret; a lui si devono i toponimi Doravidi e Miravidi con cui denominò due delle numerose vette che salì per primo.

Secondo la testimonianza dell’abbè Henry e del geologo Baretti fu proprio Pierre Chanoux che diede il nome “Cascate Rutorine” ai grandiosi salti con cui il torrente, che nasce dal Ghiacciaio del Rutor, precipita verso il fondovalle. Il nome venne poi divulgati dall’abbè Gorret, suo compagno di ascensioni e prestigioso scrittore di letteratura alpina. All’abbè Chanoux si deve anche la diffusione, nella seconda metà del XIX secolo, della conoscenza e della valorizzazione in chiave turistica del territorio di La Thuile. L’abbè Henry ci tramanda che fu lui a far gettare l’ardito ponte sulla terza cascata, “pour permettre aux turiste de les voir dans toute leur splendeur”. Nei primi decenni del XX secolo il ponte era attrazione di prim’ordine, oggetto di visite, di descrizioni, di fotografie.

Come appassionato di botanica, la più grande realizzazione di Pierre Chanoux fu l’allestimento, nel terreno adiacente l’Ospizio, datogli in uso dall’Amministrazione comunale di La Thuile, del bellissimo giardino botanica che, in suo onore, venne chiamato Chanousia. Esso fu inaugurato il 29 Luglio 1897. Dopo decenni di abbandono in seguito agli eventi distruttivi della Seconda guerra mondiale venne attentamente e faticosamente ripristinato e oggi è nuovamente aperto agli ammirati visitatori. L’abbè Chanoux riposa nella piccola cappella sul colle, vicino ai luoghi che gli furono più cari: l’Ospizio e la Chanousia.


LA THUILE 1864-2014

I 150 anni delle cascate Rutorine


Per approfondimento:
Novità escursionistiche per il centocinquantenario


Vedi relazioni itinerari:
Cascate del Rutor (sentiero del centocinquantenario)
Cascate del Rutor (itinerario classico)